Corriere della sera
Arrivato a Brescia il primo nucleo di persone che hanno richiesto la custodia dei cani dell'allevamento sequestrato
Dal nostro inviato
CLAUDIO DEL FRATE

BRESCIA - Circa 150 persone sono in attesa da questa mattina davanti al cancello del Corpo Forestale di Brescia: è il primo gruppo di affidatari che prenderanno in consegna i beagle dell’allevamento Green Hill, messo sotto sequestro una settimana fa dalla magistratura. Il gruppo arrivato questa mattina a Brescia rappresenta solo una piccola parte delle circa 3mila famiglie che hanno chiesto di avere in custodia uno dei cani che altrimenti avrebbe preso la strada dei laboratori di vivisezione.
CLIMA DI FESTA - Le operazioni di consegna sono gestite da Legambiente e Lav, le due associazioni che hanno ottenuto prima lo stop all’attività di Green Hill e poi l’affidamento dei cani. L’atmosfera all’esterno del Corpo Forestale è festosa: per gli animalisti infatti questo è il vero giorno della vittoria, poiché coincide con la liberazione fisica dei beagle. Va sottolineato, tuttavia, che i cani vengono concessi solo in affido: se infatti in seguito a un ricorso – che si annuncia imminente – Green Hill ottenesse l’annullamento del sequestro, gli esemplari dovrebbero essere riconsegnati al contestato allevamento. Anche per questa ragione i primi 150 cani verranno affidati a persone residenti nel Nord Italia.
SEI BEAGLE A ROMA - A titolo simbolico solo 6 esemplari saranno portati nel pomeriggio a Roma, per testimoniare il fatto che le richieste di “adozione” sono piovute da tutta Italia. I sei beagle verranno presi in consegna da Paola Cirinnà, rappresentante del Pd di Roma e portati nella capitale su un treno “Italo”. Circa 200 animali sono stati chiesti invece dall’ex ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla, presente questa mattina a Brescia. Le operazioni di consegna proseguiranno anche domani e domenica. In prima fila per ricevere i cuccioli “liberati” ci sono sostenitori della Lav e di Legambiente.
DA BELLUNO - Tra i primi in fila da questa mattina (sarà anche tra i primissimi a prendere in consegna il cane) c’è Maria Lovat, arrivata da Belluno con la figlia: “Siamo da sempre animalisti – dice la donna- e abbiamo partecipato ai presidi di protesta contro Green Hill. Appena saputo della possibilità di adottare uno degli esemplari abbiamo inviato la richiesta via internet e in mezz’ora abbiamo ricevuto l’ok. Abbiamo una casa con un giardino, il beagle andrà a unirsi a un altro cane, tre oche e due tartarughe”.
27 luglio 2012 | 11:05
Problemi e delizie dei beagle
Ecco come accudire i cani ottenuti in affidamento
L’immagine del cucciolo di Beagle passato di mano in mano verso la libertà, oltre la recinzione dell’allevamento di Green Hill e scampato all’atroce destino della vivisezione, mostrata da tutti i media lo scorso aprile, è una di quelle foto che rimarranno impresse nella memoria collettiva. Il musino spaesato del piccolo, le mani tese degli attivisti che erano lì pronti a prendere in braccio lui e i suoi compagni, allontanandoli in tutta fretta da un destino di tortura per metterli al sicuro, sono immagini fortemente emotive, simbolo della conquista della libertà e di riscatto dell’innocenza .
Difficile non aver versato una lacrima di gioia di fronte a uno scatto del genere. Ora, però, l’allevamento di Montichiaridi proprietà della statunitense Marshallm in provincia di Brescia è stato sequestrato dalla Procura del capoluogo lombardo e i 2.400 cani che teneva prigionieri invece che essere lasciati in custodia ai loro stessi aguzzini (come troppo spesso accade, invece, nel sequestro dei canili lager) sono stati affidati in custodia giudiziaria a Lav e Legambiente. Si è passati, così, dalla poesia alla prosa, dal sogno della libertà alla realtà della libertà.
CARATTERISTICHE UNICHE E NON FACILI - I Beagle di Montichiari, per una metà cuccioli, per l’altra adulti di non più di tre anni e femmine gravide, hanno caratteristiche uniche con cui non è facile avere a che fare: sono creature nate e cresciute dentro le gabbie di un bunker illuminato artificialmente, che non hanno mai visto la luce naturale del sole, che non hanno mai potuto camminare o correre, con un olfatto abituato a percepire solo l'odore del disinfettante e un udito che ha ascoltato esclusivamente l’assordante rumore delle pompe per il riciclo dell’aria e qualche voce umana, possiamo immaginarci non esattamente affettuosa. Nessuna carezza, nessuna socializzazione o esperienza del mondo. In queste condizioni drammatiche i cani di Green Hill rompono le sbarre degli stabulari per andare incontro al mondo tramite l’affido temporaneo (fino a che la Magistratura non avrà preso una decisione definitiva su Green Hill). Saranno ospitati dalle famiglie che ne hanno fatto richiesta alla Lav e a Legambiente.
UNA DOLCE E DIFFICILE RESPONSABILITA' - L’ondata di emozione provocata dal sequestro probatorio di Green Hill e dall’aspetto fisico dei Beagle che sembrano anche da adulti teneri cuccioli dagli occhi languidi tutti da proteggere, ha fatto sì che le richieste di affido abbiano già superato “l’offerta” . Sarà dura per Lav e Legambiente selezionare i cittadini più idonei tra tutti quelli che si sono iscritti compilando il modulo di adozione sui siti delle due associazioni e di altre, come il Coordinamento "Fermare Green Hill" o l’Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili, che hanno aderito all’operazione “Sos Green Hill”. Sarà un’operazione difficile perché i Beagle di Green Hill non sono cani “normali” e, spesso, i primi tempi, anche

l’adozione di un cane “normale”, sia esso un cucciolo o un cane adulto, non è tutta rose e fiori e, troppe volte. la famiglia riporta il malcapitato animale al mittente. Ma chi prende in affido temporaneo un cane di Green Hill non può permettersi di cedere alla prima difficoltà infierendo su di lui con un altro trauma. «I cani di Montichiari sono nati in angusti stabulari e non in un contesto domestico o naturale. Alcuni di loro soffrono di dermatiti perché gli è mancata l’esposizione alla luce naturale e non si può nemmeno pensare che questa privazione non abbia avuto effetti anche sulla loro psiche» afferma Maria Pia Franco, volontaria di Legambiente deputata a dare consigli alle famiglie che si assumono questa dolce e difficile responsabilità. Continua la Franco:
«Nulla di ufficiale, ma addirittura girano voci che questi Beagle siano geneticamente manipolati e, se ciò risultasse vero, potremmo trovarci di fronte a situazioni risolvibili ma imprevedibili. Quello che chiediamo agli adottanti è soprattutto di avere pazienza, pazienza e ancora pazienza». Per capire questi cani occorre immaginare di essere nati dentro a una gabbia e di non conoscere altro. Come gli uomini incatenati in fondo alla caverna nel mito di Platone, i Beagle di Green Hill saranno a giorni portati alla luce reale e simbolica del sole e della conoscenza della realtà. È ovvio che per quanto ciò sia giusto e positivo, questo “passaggio” sarà comunque un trauma. «Le prime due giornate di affido saranno venerdì 27 luglio e sabato 28 presso il Comando Provinciale di Brescia del Corpo Forestale dello Stato" continua Maria Pia Franco di Legambiente.
CONSIGLI PRATICI - «Chiediamo agli adottanti di non ritirare i cani portando guinzaglio e pettorina, oggetti ai Beagle completamente sconosciuti, ma un trasportino dove possano sentirsi sicuri e protetti. Cerchiamo, se possibile, di selezionare famiglie che non vivano troppo lontano da Brescia per evitare ai cani lo stress di un lungo viaggio». E una volta arrivati a casa con il cucciolo o con l’adulto come ci si deve comportare? «Consigliamo di non stargli troppo addosso ma nemmeno di lasciarli soli, di lasciargli scegliere l’angolino della casa in cui si sentano più protetti e di avvicinarsi a loro con movimenti lenti e carezze delicate.
Gli affidatari devono mantenere il regime alimentare che i loro protetti avevano negli stabulari. Niente cucina casalinga o bocconcini gustosi che potrebbero compromettere seriamente la loro salute. Inoltre, cerchiamo famiglie disposte anche ad adottarli in coppia, in modo che i due cani possano farsi coraggio l’un l’altro. Se in famiglia non ci sono altri animali è tutto più semplice ma se ci sono, devono essere molto buoni e molto ben socializzati, capaci di integrarli “nel branco” e di insegnargli con il semplice esempio come comportarsi “da cani”. Inoltre, è necessario che i cani di famiglia
siano vaccinati e sterilizzati perché i Beagle che sono passati da Green Hill sono interi e possono riprodursi.
E per quanto riguarda i bambini, è meglio evitare le famiglie con piccoli al di sotto dei cinque anni che con le loro naturali grida e i movimenti un po’ scomposti potrebbero spaventarli. Se i Beagle non vogliono uscire di casa per i primi tempi, consigliamo di non forzarli ma di fargli fare i loro bisogni su una traversina. Quando prenderanno un po’ di coraggio, cerchiamo di attirarli con un giochino o una coccola verso la porta di casa e poi verso l’esterno, dove dovranno essere sempre tenuti ben saldi al guinzaglio a meno di avere un giardino recintato. Ma, soprattutto, dedichiamogli tempo, stiamo con loro, insegniamogli a giocare perché una pallina per loro non è uno stimolo ludico se non gli spieghiamo come si usa. Di solito gli animali traumatizzati ricordano le brutte esperienze quando vivono una situazione simile a quella che li ha messi a disagio. Per questo, in genere, i cani hanno capacità di recupero psichico strabilianti. Ma se ci dovesse essere qualche problema serio di certo non lasceremo da sole le famiglie affidatarie».
CONTROLLI POST AFFIDO - Il Corpo forestale dello Stato provvederà, infatti, a effettuare controlli post-affido presso le case degli affidatari per verificare lo stato di benessere dei cani e dare consigli su come relazionarsi a loro. Non ama poltrire, è un segugio Ci si potrebbe chiedere a questo punto perché proprio i Beagle sono quasi sempre scelti come la razza canina per la vivisezione. Si potrebbe rispondere che uno dei motivi è la loro docilità e l’altro la loro taglia, né troppo piccola né troppo grande ma badiamo bene a non far confusione tra un Beagle e un pupazzo di stoffa da strapazzare e con il quale passare ore a poltrire sul divano. La razza è stata selezionata nei secoli passati tra Francia e Inghilterra con il preciso fine di cacciare le lepri. Il Beagle è quindi un segugio che punta tutto sull’inseguimento della traccia olfattiva. In genere, quando uno di questi cani scova l’odore della preda, non ascolta più niente e nessuno, nemmeno il padrone che spesso lamenta quanto sia testarda questa razza. Si dice addirittura che le lunghe orecchie che coprono il padiglione auricolare sarebbero state selezionate per diminuire la funzionalità uditiva e non distrarli dalla traccia olfattiva.
OLFATTO SENSIBILE - Il Beagle, quindi, non è affatto il bambolotto che sembra ma un cane abituato a fare molto movimento, a vivere nella natura insieme ai suoi simili nella muta, a correre moltissimo, a mettere sempre in gioco il suo olfatto. Diciamo, allora, che se tra gli adottanti dei Beagle di Green Hill qualcuno arriverà ad avere il problema di un cane troppo impegnato a seguire un odore potrà dirsi fortunato: significa che l’animale che ha preso in affido, dopo le violenze umane che l’hanno ridotto a non sapere nemmeno più di essere un cane, è tornato alla vita, è tornato felice a compiere il suo lavoro ludico in natura. Ci auguriamo che tutti gli affidatari possano avere questo “problema” e, per finire, raccogliamo l’appello di Vita da Cani onlus che ricorda a tutti che i cuccioli di Green Hill sono irresistibili ma che nei loro rifugi aspettano ancora un’amorevole adozione alcuni Beagle dell’allevamento Stefano Morini di San Polo d’Enza in provincia di Reggio Emilia. Aperto nel 1953, chiuse i battenti definitivamente nel 2010, e fu accompagnato da un’eco mediatica minore. Anche i Beagle di Morini, anche se non più cuccioli, hanno vissuto lo stesso dramma dei cani di Montichiari. Ricordiamoci anche di loro.

Giorgia Rozza
26 luglio 2012 (modifica il 27 luglio 2012)
I beagle di Green Hill trovano casa: iniziano gli affidi
Obiettivo consegnare i primi 200 dei 2400 beagle alle famiglie che ne hanno fatto richiesta. Le operazioni proseguiranno anche sabato
Fino a poche settimane fa sembrava impensabile. E invece venerdì 27 luglio, dalle 10 di mattina il primo beagle di Green Hill troverà un padrone. E' prevista la consegna di circa 200 cani, che avverrà al comando del Corpo Forestale dello Stato, a San Polo (Bs). Saranno gli stessi agenti a fare la spola tra la sede di via Donatello, in città, e l'allevamento Green Hill di Montichiari, messo sotto sequestro il 17 luglio (l'accusa è di maltrattamenti di animali e mancato rispetto dell'anagrafe canina). La consegna dei cani alle loro nuove famiglie affidatarie continuerà anche sabato. I beagle finiranno a famiglie del Nord Italia, non troppo lontani quindi dall'allevamento, visto che sono dati in affido temporaneo e teoricamente la procura potrebbe disporne il rientro all'allevamento.
SONO 2400 I CANI DA AFFIDARE sono circa 2.400: il 50% sono cuccioli da 3 a 8 mesi, ci sono anche cani adulti fino a 3 anni e molte femmine (fattrici) gravide. «L'obiettivo - affermano Forestale, Legambiente e Lav-Lega antivivisezione - è quello di far star bene tutti i beagle, cuccioli, cani adulti, fattrici gravide, che fino a qualche giorno fa vivevano all'interno dell'allevamento di Montichiari»
SEI CANI A ROMA - Sei cani (quattro cuccioli e due adulti) viaggeranno da Milano Porta Garibaldi alla stazione di Roma Tiburtina a bordo del treno ad alta velocità «Italo» accompagnati da Monica Cirinnà, responsabile delle politiche animali del Pd Lazio, che ne ha adottato uno, mentre gli altri, come concordato con Legambiente, saranno presi in affidamento da famiglie che hanno fatto richiesta via internet.
AIUTI DA BRIGITTE BARDOT -La Fondazione Brigitte Bardot ha donato 10.000 euro per i 2.500 cani sequestrati alla società Green Hill. «Serviranno per l'affidamento di questi cani in famiglie d'accoglienza e per le cure veterinarie», ha detto Christophe Marie, portavoce della fondazione Brigitte Bardot. Nei giorni scorsi l'ex attrice, icona del cinema degli anni Settanta e fervente sostenitrice da anni della causa animalista, si era felicitata del blitz della Forestale che ha portato al sequestro della Green Hill, dove cani di razza beagle erano allevati come cavie per esperimenti.
Redazione Online
26 luglio 2012 | 19:50
Green Hill, una nuova famiglia per i beagle
La Procura ha affidato a Lav e Legambiente custodi dei can
Liberi. I beagle di Green Hill potranno essere affidati già dai prossimi giorni. Sabato la procura di Brescia ha firmato il decreto affidando la custodia giudiziaria dei cani a Lav (Lega antivivisezione) e Legambiente, le due associazioni che hanno presentato l'esposto da cui ha preso vita l'inchiesta che ha portato mercoledì scorso al sequestro probatorio dell'allevamento di beagle destinati alla vivisezione. Per i beagle è questione di ore, uno alla volta gli oltre 2.300 esemplari (in questi giorni ci sono state parecchie cucciolate e nessun cane ha più lasciato il canile di Montichiari) lasceranno le gabbie in cui sono rinchiusi a Green Hill.
Tra poche ore cani che non hanno mai visto la luce del sole, che non hanno mai calpestato l'erba, potranno uscire dai cinque capannoni dell'allevamento, salire su un camion non per finire su qualche tavolo operatorio, ma per ricreare gruppo con una nuova famiglia. Ma l'affido dei cani non sarà immediato, la procura ipotizza che siano necessarie alcune settimane prima di riuscire a trovare una destinazione per tutti, anche perché le richieste di affido già piovute in procura e alle associazioni superano abbondantemente il numero dei cani a disposizione. Per questo motivo, e non correre il rischio di affamare i cani, la procura di Brescia ha disposto anche il sequestro del mangime disponibile per soli 60 giorni.
«Per affrontare l'emergenza - comunicano Lav e Legambiente in una nota - e sostenere il più grande atto giudiziario in tema di diritti degli animali in Italia, Lav e Legambiente hanno intenzione di coinvolgere tutto il mondo animalista e ambientalista». Già ieri a Roma si è riunito il Coordinamento Fermare Green Hill con «Vita da cani», Occupy Green Hill, il Comitato Montichiari contro Green Hill e le sigle della Federazione italiana diritti animali e ambiente (Enpa, Leidaa, Lega nazionale difesa del cane, Oipa». I verbali di affidamento con relativa indicazione del microchip di ogni cane sarà affidato agli uomini del Corpo forestale dello Stato. I cani presenti a Green Hill - adulti, fattrici, cuccioli e nuove cucciolate - sono stati tutti schedati durante la lunga ispezione effettuata subito dopo il sequestro probatorio. I cinque veterinari incaricati dalla Procura hanno messo in regola i quattrocento cuccioli che non avevano ancora il microchip: ora ad ogni cane - anche agli ultimi nati - corrisponde un numero.
Nel frattempo il procuratore aggiunto Sandro Raimondi e il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani (titolari dell'inchiesta aperta a carico di tre indagati, l'amministratore unico, il veterinario e il direttore della struttura) sono in attesa della relazione conclusiva che dovrà essere consegnata dalla Forestale e dai veterinari dell'Asl (non bresciana). E sono al lavoro per verificare fino in fondo le irregolarità riscontrate nell'allevamento: il giorno dell'ispezione nelle celle frigorifere sono stati trovati cento beagle congelati. E non tutti, come risulta dai primi accertamenti e dalle schede di soppressione trovate in azienda, sono morti di morte naturale o sono stati eliminati perché affetti da malattie inguaribili. Molti dei cani morti sono stati soppressi per dermatosi. Una prassi che confermerebbe il sospetto della procura: alcuni cuccioli erano destinati alla ricerca in campo cosmetico e non solo farmacologico - come sostenuto in più occasioni dalla società - e i problemi dermatologici li rendeva imperfetti e invendibili.
La procura attende anche che il consulente informativo termini gli accertamenti sulla rete aziendale e appuri se il giorno dell'ispezione, l'accesso nel sistema dagli stati Uniti, sia stato un tentativo di inquinare le prove eliminando alcuni files. Per avere risposte certe e mettere la parola all'inchiesta per maltrattamenti sugli animali (ma agli indagati potrebbe essere contestato anche il reato di uccisione di animali senza necessità) ci vorrà del tempo. Ma per ora i beagle sono liberi.
Wilma Petenzi
24 luglio 2012 | 12:16
I beagle lasciano Green Hill: iniziano le operazioni di trasloco
I cani affidati in custodia a Legambiente e Lav, le associazioni che hanno presentato l'esposto che ha portato al sequestro del canile
I beagle lasciano il lager: lunedì 23 luglio la Procura ha infatti firmato il decreto di custodia e affidato i cani a Legambiente e Lav (lega antivivisezione), le associazioni che hanno presentato l'esposto da cui è scaturito, nei giorni scorsi, il sequestro del canile. I 2500 beagle abbandoneranno Green Hill nei prossimi giorni. Spetterà a Legambiente e Lav prendersene cura finché non saranno individuate della famiglie adottive, che passeranno al vaglio della procura. Sui siti e nelle sedi nazionali delle associazioni è già possibile candidarsi ad adottare un beagle liberato: cuccioli, fattrici, cani adulti. Nel frattempo, la Procura mantiene il sequestro probatorio dell’allevamento affidato per le responsabilità giuridiche a Comune di Montichiari, Asl, e società Green Hill. Per descrivere le caratteristiche dell’operazione “SOS Green Hill” e l’affidamento dei cani beagle è indetta una conferenza stampa a Roma mercoledì 25 luglio alle ore 11:00, in luogo da definire.
Redazione Online
La Forestale mette i sigilli a Green Hill
Dopo la denuncia di Lav e Legambiente la Procura di Brescia ha disposto il sequestro del canile lager di Montichiari

Una protesta contro il canile di Montichiari
Il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato «Green Hill» il canile che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione. Il provvedimento riguarda cuccioli e esemplari adulti, e l'intera struttura costituita da quattro capannoni, uffici e pertinenze per un totale di circa 5 ettari. Sono circa 2500 i cani rinchiusi nel canile. Tra i reati contestati quello di maltrattamento di animali.
IL BLITZ - Alle operazioni di ispezione e sequestro della struttura, disposte dalla Procura della Repubblica di Brescia, partecipano circa 30 forestali appartenenti ai comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al Nucleo Investigativo per i reati in danno agli animali, Nirda, e gli agenti della questura di Brescia. Impegnati anche gli uomini della Digos di Brescia, che stano raccogliendo le dichiarazioni dei dipendenti, e agenti della Questura. Da alcuni anni Green Hill è di proprietà di un'azienda americana, la Marshall Farm Inc, il più grande «produttore» di cani da laboratorio ed è l'ultimo stabilimento allevatore di cani da sperimentazione in Italia.
TRE INDAGATI - Tre persone sono indagate in concorso fra loro per il reato di maltrattamento di animali. Si tratta dei vertici della struttura: la titolare del canile, il direttore e il veterinario responsabile. Il Corpo Forestale precisa che «non si conosce ancora l'entità numerica dei cani beagle sequestrati in quanto la struttura da ispezionare è molto vasta. I cuccioli di beagle non potranno comunque uscire dall'azienda». I rappresentanti della Green Hill «sono stati nominati custodi giudiziari insieme al sindaco di Montichiari e alla locale Asl. Essi avranno l'obbligo di cura e alimentazione degli animali».
LA DENUNCIA - Gli accertamenti disposti dalla Procura sono il frutto della denuncia presentata da Lav e Legambiente. «Grazie agli atti presentati da Lav e Legambiente - spiega in una nota Gianluca Felicetti, presidente della Lav - è stata finalmente riaperta l'inchiesta giudiziaria sulle modalità di detenzione degli animali nella megastruttura. Ci auguriamo -aggiunge- che gli accertamenti in corso, disposti dalla Procura, possano fare luce, definitivamente, sulle reali condizioni di vita degli animali rinchiusi nei padiglioni della struttura in attesa della spedizione verso gli «acquirenti», e sull'impossibilità di Green Hill di garantire il rispetto delle necessità fisiche e comportamentali dei cani, visti i numeri enormi di cui si parla».
I COMMENTI - «Speriamo che questi nuovi sviluppi -afferma Michela Kuan, biologa, responsabile Lav settore vivisezione- mostrino chiaramente gli orrori della vivisezione e portino in primo piano le ragioni scientifiche ed etiche di chi la combatte, un atto importante in un contesto finora considerato intoccabile come la sperimentazione animale». «Siamo davvero felici di aver contribuito a porre fine alla barbarie di Green Hill». Così Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente, sul sequestro dell'azienda di Montichiari. Legambiente e Lav avevano presentato un esposto contro la struttura, «un atto dovuto» spiega Ciafani. «Quello che è emerso - aggiunge - è stato uno scenario drammatico: una fabbrica di dolore e sofferenza inaccettabile. Abbiamo deciso così di usare gli strumenti che una società democratica consente, cioè la via giudiziaria: grazie al nostro legale ci siamo rivolti al magistrato e abbiamo illustrato quanto era stato rilevato in occasione dell'accesso, un'iniziativa che si è dimostrata molto più utile all'accertamento della verità rispetto ai numerosi controlli fatti dagli organi competenti in precedenza».

Michela Vittoria Brambilla
L'EX MINISTRO - Canta vittoria Michela Vittoria Brambilla., da sempre in prima linea contro l'allevamento-lager. «È il segno che qualcosa sta cambiando in Italia» ha detto l'ex ministro al TgCom, «ho scritto una norma che vieta sperimentazioni sugli animali, questa settimana verrà votata al Senato: è primo paletto per cambiare le cose. Mai nel Paese si è vista con tanta chiarezza una forza di popolo che rivolgeva una domanda netta alle istituzioni: chiudere Green Hill» ha aggiunto la Brambilla, «si tratta dell'ultimo allevamento di beagle destinati alla sperimentazioni presente in Italia. Il motivo per cui la sperimentazione sugli animali viene mantenuta è solo di tipo economico».
LA LEGGE - In questi mesi è all'esame del Senato la norma, già approvata dalla Camera dei Deputati, che vieterebbe l'allevamento di cani, gatti e primati non umani per la sperimentazione, imporrebbe l'obbligo di anestesia e analgesia per i test e, vietando le esercitazioni belliche e didattiche con animali, sosterrebbe concretamente il ricorso ai metodi sostituivi della vivisezione. «Alla luce di questi sviluppi giudiziari rivolgiamo un nuovo appello ai senatori affinchè l'articolo 14 della Legge Comunitaria sia finalmente approvato e possa essere di incentivo per la ricerca pulita, scientifica ed eticamente accettabile» si legge in una nota della Lega Antivivisezione.
Redazione online
18 luglio 2012 | 13:11