Da domani passaggio obbligato per guerre condominiali e incidenti: pronti 40 mila specialisti
L’Organismo unitario dell’avvocatura non solo è riuscito a lungo a rinviare l’entrata in vigore dell’obbligatorietà del sistema della mediazione proprio nei settori più significativi come quelli degli incidenti stradali e delle liti condominiali, ma ha poi tentato, negoziando con il ministro Paola Severino, di rinviare ulteriormente l’obbligatorietà della mediazione. Ancora oggi l’Oua spera che la Corte Costituzionale - investita dal Tar del Lazio, cui si era rivolto proprio l’Oua - possa giudicare incostituzionale una riforma invece tanto attesa e carica di effetti positivi. Il giudizio della Consulta è atteso tra aprile e maggio. Facile immaginare le ragioni di questa opposizione: grazie alla mediazione, invece di andare in causa dando da lavorare ai professionisti, moltissime questioni potranno essere risolte in breve tempo e con praticamente zero spese.
Altra questione su cui si è concentrata l’opposizione dell’avvocatura, la modalità di costituzione di enti di mediazione, da parte di soggetti pubblici e privati, e la conseguente qualità della loro preparazione giuridica. Una posizione classica di tipo corporativo. Ma non tutti gli avvocati italiani la pensano allo stesso modo. «L’obbligatorietà è necessaria affinché l’istituto della mediazione venga a conoscenza di tutta la cittadinanza, cosa che finora non è accaduta a causa della scarsa informazione e dell’opposizione fatta da alcune lobby tra cui sicuramente quella di certa avvocatura», spiega Lorenza Morello, presidente dell’associazione Avvocati per la Mediazione. «I ritardi della giustizia civile - afferma dati alla mano il presidente Morello - con 5 milioni di cause pendenti, pesano oggi sul bilancio statale per un costo complessivo pari a un punto di Pil annuo, 23 miliardi di euro».
Dalla sua, la mediazione può vantare risultati positivi in termini di tempi, altro male cronico della macchina giudiziaria italiana: 57 giorni la durata media. E sicuramente c’è la possibilità di intervenire in modo drastico per intervenire sulla montagna - oltre 300mila cause l’anno - di vertenze che riguardano il settore degli incidenti stradali, con annessi e connessi. Per non parlare delle liti condominiali: oggi oltre un quinto delle cause civili pendenti in Italia riguardano il condominio. Tecnicamente, la mediazione si svolgerà davanti a un mediatore professionista appartenente a uno degli organismi di conciliazione iscritti in un registro presso il Ministero della Giustizia.
I tre modelli
Obbligatorio - La legge prevede in alcuni casi che il passaggio dal mediatore sia obbligato, una condizione necessaria per poter avviare in seguito l’eventuale processo tra le parti secondo le caratteristiche tradizionali.
Demandato - In questo caso la legge affida al giudice civile la possibilità di invitare le parti a risolvere la controversia che li riguarda risolgendosi agli organismi della conciliazione. Il margine di manovra del giudice è totalmente libero: la richiesta che può avanzare, avviene semplicemente quando, a suo avviso, le risultanze dell’istruttoria in corsa gli suggeriscono la possibilità di praticare con successo la pratica alternativa.
Facoltativo - Il ricorso a un mediatore avviene con un accordo diretto tra le parti, senza il bisogno di interpellare preventivamente il giudice.
(Articolo tratto da LaStampa, edizione cartacea, del 19 marzo 2012)