Corriere della sera
Sospensione dal servizio per 10 giorni. Con privazione della retribuzione. È questa la sanzione decisa da Rfi nei confronti di Riccardo Antonini, dipendente di Rete Ferroviaria Italiana. Il motivo: Antonini, si sarebbe esposto in una «situazione di conflitto di interessi» e «senza autorizzazione» quando ha assunto l'incarico di consulente di un anziano parente di una delle 32 vittime della strage di Viareggio di due anni fa. Successivamente, alla morte dell'uomo, aveva preso la rappresentanza della Filt-Cgil nell'incidente probatorio disposto per l'inchiesta sul disastro. Una storia che ricorda molto la vicenda del macchinista Dante De Angelis, licenziato, e poi riassunto dopo la decisione del giudice del lavoro, dalle Fs seguita alle sue denuncie in materia di sicurezza ferroviaria.
LA LETTERA - «Intendo continuare ad essere uomo libero anche come dipendente delle ferrovie. Questi dirigenti Fs - scrive Antonini in una lettera pubblicata su internet - non si rendono conto della gravità di quanto stanno facendo nei miei confronti e soprattutto di cosa sia accaduto a Viareggio il 29 giugno 2009: 32 vittime, feriti gravissimi, sopravvissuti, superstiti che sul corpo e nell’anima ne porteranno i segni per tutta la vita, una parte della città totalmente distrutta».
LA CENSURA - Un mese fa Antonini aveva «ricevuto formale censura» per le tesi che avrebbe esposto nel corso di un incontro pubblico ed era stato diffidato «a proseguire nell'incarico di consulente di parte», entro cinque giorni. Nella stessa situazione, si trova anche un altro ferroviere, Filippo Cufari. Entrambi erano stati diffidati da Rfi e Trenitalia dal continuare a svolgere la loro attività di consulenti in favore di familiari delle vittime della strage di Viareggio e dell'associazione Ancora in Marcia. Mercoledì, è stata inviata ad Antonini la lettera che gli annuncia il nuovo provvedimento.
LE FERROVIE - Secondo Rfi, le «giustificazioni rese» da Antonini «non sono ritenute valide - si legge - a sollevarlo dagli addebiti che gli sono stati contestati e che risultano quindi confermati». Il provvedimento attuale - sottolinea Assemblea 29 agosto - è il più grave e pesante, dopo il licenziamento. «Un provvedimento disciplinare annunciato da oltre un mese, dopo diffida, censura e contestazione - dicono dall'associazione che difende le vittime della strage - Avevano predisposto e preparato il terreno per il licenziamento ma, al momento, hanno pensato bene di fare dietrofront». «Devo parlare con i miei avvocati - commenta Antonini - ma, come ho detto fin dall'inizio di questa vicenda, concluderò il mio impegno fino al 2 novembre quando sarà concluso l'iter per l'acquisizione delle prove. Vedrò poi in quale forma continuare: certamente, la libertà d'espressione non può essere soppressa con un provvedimento di un'azienda».
L'IDV - «Le minacce di licenziamento arrivate al ferroviere, rappresentano una sfida alla memoria delle vittime da parte delle Ferrovie che vorrebbero ridurre il criterio di lealtà aziendale al rispetto del puro interesse di parte, dimenticandosi che esso prevede inevitabilmente un limite nella ricerca della verità processuale, tanto più in casi in cui sono coinvolte le vite di decine di persone» afferma, in una nota, il consigliere regionale Idv Marco Manneschi. «Una consulenza qualificata da parte di un ferroviere esperto - aggiunge - risulta essere un elemento fondamentale per le vittime ed i familiari che concorrono all'accertamento della verità processuale nell'esercizio del diritto al risarcimento del danno».
Nino Luca
10 agosto 2011 18:34
Riccardo Antonini era stato diffidato perché ha difeso un familiare di una vittima della strage di Viareggio
LA LETTERA - «Intendo continuare ad essere uomo libero anche come dipendente delle ferrovie. Questi dirigenti Fs - scrive Antonini in una lettera pubblicata su internet - non si rendono conto della gravità di quanto stanno facendo nei miei confronti e soprattutto di cosa sia accaduto a Viareggio il 29 giugno 2009: 32 vittime, feriti gravissimi, sopravvissuti, superstiti che sul corpo e nell’anima ne porteranno i segni per tutta la vita, una parte della città totalmente distrutta».
LA CENSURA - Un mese fa Antonini aveva «ricevuto formale censura» per le tesi che avrebbe esposto nel corso di un incontro pubblico ed era stato diffidato «a proseguire nell'incarico di consulente di parte», entro cinque giorni. Nella stessa situazione, si trova anche un altro ferroviere, Filippo Cufari. Entrambi erano stati diffidati da Rfi e Trenitalia dal continuare a svolgere la loro attività di consulenti in favore di familiari delle vittime della strage di Viareggio e dell'associazione Ancora in Marcia. Mercoledì, è stata inviata ad Antonini la lettera che gli annuncia il nuovo provvedimento.
LE FERROVIE - Secondo Rfi, le «giustificazioni rese» da Antonini «non sono ritenute valide - si legge - a sollevarlo dagli addebiti che gli sono stati contestati e che risultano quindi confermati». Il provvedimento attuale - sottolinea Assemblea 29 agosto - è il più grave e pesante, dopo il licenziamento. «Un provvedimento disciplinare annunciato da oltre un mese, dopo diffida, censura e contestazione - dicono dall'associazione che difende le vittime della strage - Avevano predisposto e preparato il terreno per il licenziamento ma, al momento, hanno pensato bene di fare dietrofront». «Devo parlare con i miei avvocati - commenta Antonini - ma, come ho detto fin dall'inizio di questa vicenda, concluderò il mio impegno fino al 2 novembre quando sarà concluso l'iter per l'acquisizione delle prove. Vedrò poi in quale forma continuare: certamente, la libertà d'espressione non può essere soppressa con un provvedimento di un'azienda».
Nino Luca
10 agosto 2011 18:34
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