Roberta, morto impiccato, conosceva carabinieri del ricatto e Brenda.
Rachele: operata coi soldi dell'ex governatore
ROMA (5 giugno)
Due trans, uno morto e l'alltro aggredito. Entrambi sono collegabili alla vicenda di Piero Marrazzo, l'ex presidente della Regione Lazio. Roberta è stato trovato morto impiccato, Natalì è stata presa a bastonate da un pregiudicato che cercava proprio lei e che mentre la prendeva a bastonate urlava il nome del giornalista.
Su queste vicende ci sono strane coincidenze. Roberta abitava in via di Tor di Quinto dove è stato trovato morto. L'aggressione a Natalì è avvenuta in via di Tor di Quinto. I due trans conoscevano Brenda (altro trans trovato morto) e i carabinieri del presunto ricatto all'ex presidnete della Regione Lazio, Piero Marrazzo.
Il trans Roberta trovato morto ieri impiccato nella sua abitazione in via Tor di Quinto a Roma aveva avuto a che fare con i carabinieri coinvolti nel caso Marrazzo, l'ex presidente della Regione Lazio travolto dallo scandalo per i suoi rapporti con i transessuali. «Roberta aveva avuto un anno fa un problema con quei quattro carabinieri coinvolti nell'inchiesta sul presunto ricatto a Piero Marrazzo. In particolare con Carlo Tagliente (attualmente agli arresti domiciliari), che lo vessava per una questione di documenti e permesso di soggiorno». A riferirlo è Rachele, una amica di Roberta.
Carlo Tagliente, ai domiciliari dal 27 maggio, è uno dei quattro carabinieri della compagnia Trionfale coinvolti nell'inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex Governatore del Lazio Piero Marrazzo. Gli altri tre sono Nicola Testini, l'unico ancora in carcere ma per l'omicidio del pusher Gianguarino Cafasso (morto il 12 settembre scorso per una sospetta overdose di eroina), Luciano Simeone e Antonio Tamburrino anche loro ai domiciliari ed entrambi coinvolti, e quindi indagati in concorso, per la morte di Cafasso.
Rachele aggredito dopo la testimonianza sul caso Marrazzo. L'amica di Roberta, ha riferito di essere stata aggredita da un giovane, presumibilmente intorno al 25 maggio, pochi giorni dopo la sua testimonianza al processo sul caso Marrazzo. Lo hanno riferito i legali della trans Rachele, gli avvocati Walter Biscotto e Nicodemo Gentile. I legali che sono gli stessi della famiglia del trans Brenda, scomparso lo scorso anno, hanno ancora spiegato che Rachele, attualmente a Palma di Maiorca, ha confermato la notizia che «Roberta, il trans morto ieri, avrebbe avuto problemi con gli ormai noti carabinieri del caso Marrazzo»
«Roberta era amico di Brenda, usciva spesso con lei e aveva abitato nel suo stesso palazzo in via Due Ponti, poi da un paio d'anni si è trasferita in viale Tor Di Quinto». A riferirlo è Rachele, un'amico di Roberta, il trans trovato morto ieri impiccato nella sua abitazione in via Tor di Quinto a Roma. «Roberta era molto depresso, era preoccupato per le condizioni economiche della sua famiglia in Brasile, composta da 11 fratelli: li aiutava inviando loro dei soldi», ha spiegato ancora Rachele, ex-trans diventata donna grazie ad un'operazione che lei sostiene di «avere pagato con una parte dei soldi avuti da Piero Marrazzo».
«Esci da questa storia». Così Roberta, il trans trovato impiccato a Roma, diceva alla sua amica Rachele riferendosi al caso Marrazzo sottolineando «la pericolosità di quella storia». A dirlo oggi è la stessa Rachele che ha ricordato anche i «problemi» di Brenda, uno dei transessuali coinvolti nel caso Marrazzo morto lo scorso anno per asfissia da fumo e che era amico di Roberta. «Brenda - ha spiegato Rachele - mi ha sempre detto che qualcuno voleva ammazzarlo e che per questo si sarebbe ucciso lei per prima. Tanto che a volte, davanti a me, sbatteva la testa al muro nei suoi momenti di disperazione».
La procura di Roma ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato e senza indagati, sulla morte del trans Roberta, trovato impiccato ieri nella sua abitazione in via Tor di Quinto. Intanto l'autopsia, eseguita oggi, ha confermato che la morte è dovuta a suicidio. Gli accertamenti sul decesso sono affidati al pm Francesca Loy. Il magistrato ha compiuto oggi un sopralluogo nell'abitazione di Roberta insieme con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli, questi ultimi titolari dell'inchiesta sul caso Marrazzo e sulla morte del pusher Gianguerino Cafasso. La presenza di Capaldo e di Sabelli era legata all'eventuale raccolta di elementi utili per collegare il caso di Roberta a quelli dei quali si stanno occupando.
Nell'appartamento, tuttavia, non sono stati trovati elementi tali da far pensare a fatti violenti. Il pm Loy, secondo quanto si è appreso, intende comunque fare luce sulle frequentazioni di Roberta e per questo motivo si accinge a disporre una serie di accertamenti, a cominciare dall'esame dei tabulati delle sue utenze telefoniche.
«Questa morte getta ulteriori ombre sul mondo dei trans di Roma. Un mondo dove ricatti, violenze e prevaricazioni la fanno da padroni». Lo hanno detto i legali del trans Brenda, Walter Biscotto e Nicodemo Gentile, coinvolto nello scandalo Marrazzo e scomparso lo scorso anno, intervenendo in merito alla morte del trans Roberta, trovato impiccato ieri notte a Roma.
Sull'aggressione subita dall'altra trans da loro assistita, Rachele, gli avvocati hanno aggiunto: «Si tratta di un episodio preoccupante commesso da un giovane, rispetto al quale stiamo raccogliendo informazioni. Questi nuovi fatti confermano l'esistenza di torbide situazioni ancora tutte da chiarire nell'ambito delle quali sicuramente è da ricercare quel movente che ha portato anche alla morte di Brenda».
Aggredito il trans Natalì. Si trova ricoverato in ospedale per una sospetta frattura al polso il trans Natalì, coinvolto nel caso Marrazzo. Il viado brasiliano, questa mattina, poco dopo le quattro, sarebbe stato aggredito e picchiato a colpi di bastone da un cliente, probabilmente drogato, all'altezza di un distributore di benzina di ponte Milvio. Prima di perdere i sensi il trans, in base a quanto si apprende, avrebbe notato l'arrivo di una pattuglia dei carabinieri che ha poi chiamato il 118. L'ambulanza ha trasportato Natalì a Villa San Pietro.
È stato fermato dai carabinieri del nucleo radiomobile il presunto aggressore della trans Natalì. E' un pregiudicato 35enne di Montelibretti. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Natali era appena entrato nell'auto del cliente quando hanno iniziato a litigare. Il trans è ricoverato a Villa San Pietro con 30 giorni di prognosi.
«Ora chiama Marrazzo». Il trans Natalì è stato caricato su un auto di lusso, da un signore distinto e ben vestito, che chiedendole una prestazione sessuale l'ha fatta salire in macchina nei pressi della moschea di Forte Antenne a Roma, dove il trans lavora. Dopo aver percorso un breve tratto di strada l'uomo si è fermato ad un distributore di benzina con la scusa di dover fare carburante, e ha tirato fuori un bastone di legno picchiando Natalì e urlandogli: «Ora chiama Marrazzo».
A riferire la dinamica dell'aggressione, avvenuta quasi all'alba, è il legale della trans, Antonio Buttazzo. L'aggressore, un italiano, ha chiesto al trans se si chiamasse Natalì, poi gli ha chiesto di salire in macchina. Il distributore di benzina dove Natalì è stato aggredito si trova poco distante dalla stazione dei carabinieri di Tor di Quinto, ha riferito ancora l'avvocato. Natalì era diretto in macchina con il suo aggressore verso la propria abitazione, quando al distributore è stato picchiato selvaggiamente subendo ferite alla nuca e su tutto il corpo.
Il trans ha perso i sensi, mentre l'uomo è scappato. Subito dopo Natalì ha chiamato i carabinieri che l'hanno immediatamente soccorsa. Al momento il trans è ricoverato all'ospedale Villa San Pietro di Roma con varie contusione ed una sospetta frattura scomposta al polso destro.
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